La Réduction del Sacre di Stravinsky: le difficoltà, le incoerenze e la perfezione dell’opera pianistica
Abstract
La storia del Sacre du Printempsdi Stravinsky mostra la temerarietà dei ripensamenti del compositore [Craft 1966] ed è fortemente correlata al pianoforte, “pietra angolare” della sua carriera [Joseph 1983].LaRéduction pour piano à quatre mainsdel Sacreè subordinata alla partitura orchestrale, viene considerata originale dal punto di vista dell’ideazione ma non degna del titolo di composizione autonoma [De Matteis-Haus 1996].Essendo destinata a due esecutori, la Réductionè intenzionalmente versatile e ambigua. La sua interpretazione è problematica poiché in funzione dell’ensemblevariano anche approcci esecutivi e parametri sonori risultanti.Dovendosi stabilire delle priorità motiviche, la Réductionnon può essere una traduzione fedele della mole sinfonica: il fil rougesarà dato dall’equilibrio tra la moltitudine delle voci [Stravinsky-Fried 2011].Questo studio propone un’analisi sinottica di parametri secondari tratti da esecuzioni di passi scelti, volta a individuare quei parametri del suono che rendono la realizzazione della Réduction su due pianoforti la formazione più efficace per l’esecuzione.
Pur trattandosi della prima definitiva stesura e della prima elaborazione del balletto stravinskiano, permarrà una distanza tra la Réductione la partitura orchestrale, ma una realizzazione esecutiva per due pianoforti sarà quanto di più vicino al pensiero originario del compositore.