La formalizzazione sonora della “Danse Sacrale” del Sacre du printemps di Stravinsky
Abstract
Nonostante il Sacre du printemps sia stato composto nell’ambito culturale francese, il balletto, con le sue scene pagane, si volge alla panteistica eredità schythiana e al suo mondo ancestrale e guerriero. Il compositore, infatti, trae la linfa vitale dell’espressione musicale dalla barbarie delle azioni e dai particolarissimi usi e costumi di questa eredità, che dunque funge da contesto storico ponendosi, nel contempo, come una sorta di inesorabile continuum.
La póiēsis dell’aspro sacrificio primaverile, proposto solo ad un anno dalla Prima Guerra Mondiale, si scontrò violentemente con l’esthesis del pubblico parigino, abituato al velato stile impressionistico. Il racconto simbolistico del balletto, sviluppato tra melodiose liriche femminili ed enigmatici “mondi cupi” degli anziani, è interrotto da danze riferite a una natura piena di misteri e violenze. “Danse Sacrale” non è altro che il dionisiaco (bacchico), ritualistico compiersi di un fatale destino.
Si è fin troppo spesso sostenuto che la forma, in Stravinsky, sia “esterna” al suo contenuto; nonostante egli raggruppi le azioni musicali ricorrendo a una sintassi ben precisa, la struttura, non derivando dalla propria materia, apparirebbe progettata indipendentemente e, in qualche modo, anteriormente al soggetto. L’opera, dunque, pur manifestandosi in una configurazione ben definita, non sarebbe organica.
Effettivamente la “Danza sacrificale” si articola in un rondò, ma la sua disposizione — evadendo i convenzionali canoni macro-formali, proprio per assecondare la narrazione musicale — certifica senza ambiguità la sua derivazione da una storia alla quale si collega indissolubilmente. Anche dal punto di vista micro-formale, è individuabile l’unità in cui albergano le componenti necessarie a generare ciascuna sezione. Si concretizza in tal maniera, quindi, proprio quell’organicità affatto indispensabile anche per le opere appartenenti al Modernismo.
L’esame delle altezze, dei ritmi e dei timbri, nonché la valutazione della loro strutturazione, dimostra sia che le relazioni tra contenuto e forma, sia i rapporti tra ispirazione e tecnica abbiano trovato un equilibrio perfetto, sostanziando un capolavoro la cui portata, come noto, è storica.