[UN DECORSO SONORO INTEGRALE] Diplofonie e altro. Un’analisi della vocalità nei lavori solistici di Demetrio Stratos
Abstract
Questo studio affronta l'analisi dei lavori solistici di Demetrio Stratos, Metrodora e Cantare la voce, tramite un approccio che combina l’applicazione di paradigmi teorici, come il vocal setting e il vocal staging (Lacasse 2000), e il supporto di software di visualizzazione e descrizione del suono, osservando la gestione dello spazio stereofonico e il rapporto dialettico fra le differenti vocalità utilizzate. Il principale obiettivo di quest’analisi è individuare una drammaturgia compositiva, interna ai brani, fondata sull'elemento vocale, che è analizzato innanzitutto nelle sue componenti fisiche e in rapporto agli effetti e al montaggio, resi possibili dalle tecniche di registrazione, che in questi lavori, costituiscono il mezzo primario di scrittura musicale.
Effetti di delay, riverbero, overdubbing e panpotting, e tecniche vocali come jodel, canto difonico e fonazione ingressiva, permettono alla voce di ‘disincarnarsi’, moltiplicandosi e trasformandosi, andando a costituire la struttura primaria di questi lavori. Così il paraverbale e il paramusicale, diventano elementi primari. Il lavoro di Stratos mette in atto un’inversione del processo di ‘devocalizzazione del logos’ (Cavarero 2003), spezzando il legame fra la dimensione vocale e quella verbale. La prima smette di essere mero mezzo di trasmissione della seconda e s’inverte così una gerarchia culturalmente consolidata. L’elemento timbrico della voce, con la sua fisicità, smette di essere mezzo di trasmissione secondario, con valore semplicemente aggiuntivo, rispetto alla dimensione verbale, per comunicare sé stesso.