In che modo abbiamo bisogno della popular music? Riflessioni su interstizi e spazi disciplinari, in luogo di un'introduzione
Abstract
L’obiettivo di questo numero monografico è esaminare l’area di significati evocata dall’espressione "popular music", mostrandone i risvolti e i sottintesi negli studi musicali attuali. Si tratta di un’esigenza particolarmente urgente in un momento come quello presente, nel quale i cambiamenti nelle modalità di produzione e circolazione della musica causate dalla diffusione delle tecnologie digitali hanno accelerato il processo di convergenza tra istanze originariamente autonome. Per illustrare il taglio e presentare i contributi proposti nel volume, in questo testo introduttivo vorrei delineare le linee di sviluppo della discussione riguardante due questioni tra loro correlate: da un lato lo statuto interdisciplinare degli studi sulla popular music, e dall’altro lato la possibilità che questi possano definire un’unità disciplinare identificabile come popular music studies, separata dagli altri ambiti degli studi musicali. Se infatti la locuzione "popular music", intesa come «terzo tipo di musica» [Scott 2009, 4], è una formazione discorsiva storicamente determinata, e conseguente alle mutate condizioni di produzione alla fine del XIX secolo, non si vede ragione per non provare a definire quali pratiche musicali siano incluse al suo interno dopo le trasformazioni radicali avvenute tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo, e quali strumenti concettuali e metodologici siano più appropriati per affrontarle.