Invio di proposte

 

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È necessario essere registrati e autenticati per inviare proposte di contributi e per controllare lo stato di quelle già inviate.

 

Linee guida per l’invio delle proposte

Gli Autori possono inviare le loro proposte di pubblicazione, in lingua italiana o inglese. Per i contributi nelle sezioni Articoli e Ricerca Artistica, sarà data preferenza ai testi compresi fra le 4.000 e le 7.000 parole. Per gli Interventi brevi, il testo non dovrà superare le 2.000 parole, mentre le Recensioni non dovranno superare le 4.000 parole. Tutti i testi dovranno attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate nelle Norme Editoriali.

Il testo deve essere inserito utilizzando il sito web della Rivista, dopo essersi registrati come autori. Per iniziare l'inserimento di una proposta, cliccare su "Fai una proposta" nel menu a destra.

Occorre caricare:

- un singolo file “.pdf”, anonimo (omettendo/cancellando il nome dell’autore ovunque esso ricorra, nel titolo, nel corpo del testo, nelle note e nella bibliografia a meno che non sia necessaria la citazione di un proprio testo, nelle denominazioni ed estensioni del file), che includa titolo, abstract, bibliografia, figure, tabelle e esempi musicali;

- un file “.doc” (oppure ”.docx”), anonimo (v. sopra), che includa titolo, abstract, bibliografia, figure, tabelle e esempi musicali.

Dopo aver caricato i file occorre inviare una e-mail all’indirizzo direttoreanalitica@gatm.it che informi del caricamento del testo nel sito web, specificandone autore e titolo.

 

Dopo le correzioni richieste dalla Redazione e dai Revisori, e sempre attenendosi alle Norme Editoriali, gli Autori dovranno fornire:

- i nuovi file completi di titolo e indicazione di autore/i, testo, tabelle, figure e esempi musicali in formato “doc” (oppure ”.docx”) e in formato “.pdf “;

- un file separato contenente il solo testo (“.doc” oppure ”.docx”) e le didascalie esplicative, numerate, di eventuali figure, tabelle ed esempi musicali;

- altri file separati contenenti le singole figure, tabelle e esempi, che andranno tutti numerati secondo le didascalie esplicative contenute nel precedente file.

 

La formattazione richiesta in tutti questi documenti è la seguente:

  1. per il corpo del testo: dimensione carattere 12 , interlinea 1,5 righe, rientro di prima riga a inizio paragrafo di 0,5 cm;
  2. per le note a piè di pagina: dimensione carattere 10 , interlinea 1, senza rientro di prima riga a inizio paragrafo;

 

 

Norme editoriali

 

Notazione e termini musicali

  1. I nomi delle note musicali di norma si scrivono in corsivo minuscolo (do, mi), ad eccezione dei casi indicati nel punto successivo;
  2. i nomi delle tonalità o degli accordi (non di singole note) si scrivono con il nome della nota in tondo maiuscolo e l’indicazione maggiore/minore, anche abbreviata con /min. (tonalità di Mi Magg., Sonata in Sol minore). Il nome della nota in tondo maiuscolo si usa anche per indicare gli strumenti traspositori (corni in Fa);
  3. per il titolo di una composizione ci si attiene alle indicazioni suggerite dai seguenti esempi (con il genere musicale e la tonalità in maiuscolo non corsivo): La Creazione di Haydn; la Sonata “Patetica” di Beethoven; la Nona Sinfonia di Beethoven; lo Studio 25 n. 1 di Chopin; l’Allegro iniziale della Sinfonia n. 38; la Sonata in Mi maggiore op. 13; la Waldstein Sonate;
  4. per le alterazioni delle note usare # (per il diesis) e b (per il bemolle), senza spazio fra il nome della nota e il simbolo d’alterazione (fa#, mib);
  5. quando è necessario indicare la collocazione d’ottava di una nota, il numero va posto in pedice (fa2); per convenzione, l’ottava del do centrale corrisponde al numero 3 (do3);
  6. i gradi della scala si scrivono in numeri romani maiuscoli; per l’indicazione delle armonie, è comunque suggerita la grafia che preveda anche l’impiego dei minuscoli, per gli accordi che sviluppano da triadi minori, oltre che dei simboli propri degli accordi diminuiti, semidiminuiti e aumentati (I, iv, ii°, III++ etc.).
  7. i nomi delle classi di altezze e dei set, salvo eccezioni particolari e debitamente circostanziate, devono conformarsi all’uso stabilito in Joseph N. Straus (2016IV), Introduction to Post-Tonal Theory, W. W. Norton, New York.
  8. le indicazioni dinamiche si scrivono in corsivo (pianissimo, forte ); vanno scritte in corsivo (non grassetto) anche le indicazioni dinamiche abbreviate (p, ppp, ff, sf);
  9. gli incipit verbali di un pezzo di musica vocale si scrivono in corsivo (l’aria Amami Alfredo, la Cantata Jesu meine Freude, l’Osanna dalla Messa in Re minore);
  10. i nomi delle istituzioni (anche se straniere) si scrivono in tondo e senza virgolette (il Conservatorio Benedetto Marcello, l’Internationales Musikinstitut di Darmstadt).

 

Illustrazioni: Esempi, Tabelle e Figure

Per Esempio, si intende un passo in notazione musicale; per Figura, uno schema in forma grafica; per Tabella, un insieme ordinato di numeri o di dati. Ogni esempio, tabella o figura deve essere sempre corredato della relativa didascalia, da scriversi in grassetto:

 

Es. 1. F. Chopin, Berceuse, bb. 12-15; Tab. 1. Serie dodecafoniche e loro inversioni; Fig. 1. Grafico schenkeriano.

 

Le didascalie, oltre che a essere integrate all’interno del testo principale, devono prodursi in un apposito file (elenco delle didascalie) da consegnare a parte. Il riferimento a eventuali note a piè di pagine che chiariscono dettagli relativi ad esempi, tabelle o figure deve essere sempre inserito all’interno del testo principale.

 

Nel testo, evitare formule del tipo: “come si può vedere dall’esempio seguente”; bisogna sempre indicare il numero dell’esempio: “come si può vedere dall’Es. 5”.

 

Ogni illustrazione deve essere consegnata in un file a parte, tenendo conto delle seguenti raccomandazioni:

 

  1. non sono accettati file in formato JPG, ma solo in formato TIF o PDF;
  2. le immagini in toni di grigio, o a colori, devono avere una risoluzione di 300 dpi;
  3. le immagini al tratto devono avere una risoluzione di 600/1200

 

Abbreviazioni

I termini Tabella, Esempio, Figura e battuta, quando sono direttamente seguiti dal relativo numero, vanno sempre usati in forma abbreviata (Tab., Es., Fig., b. o bb.).

 

Tavola delle principali abbreviazioni in italiano

a.C. = avanti Cristo

b., bb. = battuta/e

c. / cc. = carta/e

ca. = circa

cap. / capp. = capitolo/i

cit. = citata/e, citato/e

cfr. = confronta

cod. / codd. = codice/i

col / coll. = colonna/e

d.C. = dopo Cristo

etc. = eccetera

ed. = edizione

ed. it. = edizione italiana

ed. orig. = edizione originale

ed. by = edited by

Es. / Ess. = esempio/i: nelle didascalie e nei rinvii alle didascalie

f. / ff. = foglio/i

fasc. = fascicolo

Fig. / Figg. = figura/e: nelle didascalie e nei rinvii alle didascalie

hrsg. von = herausgegenben von

id. (corsivo) = idem

Magg. = tonalità maggiore

min. = tonalità minore

ms. /mss. = manoscritto/i

n. /nn. = numero/i

n.n. = non numerato

nota = nota (sempre per esteso)

N.d.t. = nota del Traduttore

N.d.c. = nota del Curatore

op. / opp. = opera/e

p. / pp. = pagina/e

passim (corsivo) = il passo ricorre frequentemente nell’opera citata

pseud. = pseudonimo

r (corsivo) = recto

s.a. = senza anno di stampa

s.d. = senza data

s.e. = senza indicazione di editore

s.l. = senza luogo

s.n.t. = senza note tipografiche

sg. / sgg. = seguente/i

sec. = secolo

Tab. / Tabb. = tabella/e: nelle didascalie e nei rinvii alle didascalie

v (corsivo) = verso (opposto a recto)

vol. / voll. = volume/i

Abbreviazioni per gli strumenti musicali

Legni:

Fl., Ott. Ob., C.I. (Corno Inglese), Cl. (p. = piccolo; b. = basso), Fg., Cfg., Sax (S., A., T., B.)

Ottoni:

Cr., Tr., Tbn. (S., T., B.), Tuba

Percussioni:

Glock., Legn., Marac., Tamb., G.C., Tamb. Basco, Pt. sosp., Tp., Trg., Tam tam, Gong

Tastiere e corde:

Mar., Xil., Vibr., Ar., Pf., Cel., Mand., Chit., Ch. el.,

Archi:

Vl. I, Vl. II, Vla, Vc., Cb.

Voci:

S., Ms., C. (A. in musiche antiche), T., Br., B.

 

 

Trattini

Il tratto breve (detto trait d’union -) viene usato per unire gli elementi di una parola composta e gli intervalli numerici (1960-61; pp. 151-152). Se l’intervallo numerico si riferisce a numeri di pagine, questi ultimi vanno sempre indicati nella loro interezza (120-129; 199-201). Il tratto medio ( − ) viene usato per isolare un inciso all’interno di un periodo.

 

Virgolette, citazioni e note a piè di pagina

  1. Le doppie virgolette alte (“ “) si usano per evidenziare singole parole cui si desidera dare una sfumatura particolare: “per così dire”;
  2. le doppie virgolette basse (« ») si usano per brevi citazioni testuali (brani di un discorso altrui), per indicare i titoli delle riviste («Rivista di Analisi e Teoria Musicale») e i titoli di capitoli o paragrafi di un libro;
  3. le citazioni di una certa lunghezza (non meno di quattro righe di testo) si scrivono in corpo minore (dimensione carattere: 11 ) e con un piccolo rientro sulla sinistra (1 cm.), senza virgolette all’inizio e alla fine del testo riportato. Il riferimento bibliografico della citazione andrà scritto anch’esso in corpo minore;
  4. le note a piè di pagina hanno una funzione esplicativa e di approfondimento, e non devono essere utilizzate solo per indicare i riferimenti bibliografici (che devono invece essere inseriti nel corso del testo);
  5. il numero di una nota a piè di pagina deve essere inserito di preferenza alla fine di un periodo o dopo un segno di punteggiatura.

 

Riferimenti bibliografici nel corso del testo

Le fonti bibliografiche a cui si vuole fare riferimento vanno segnalate nel corso del testo inserendo tra parentesi quadre, in tondo, il cognome dell’autore (o degli autori o dei curatori), l’anno di pubblicazione e il numero di pagina, separato da una virgola: [Cone 1982, 235]. Per i casi particolari, uniformarsi alle seguenti indicazioni:

 

  1. la formula “e seguenti” va abbreviata con “sgg.” preceduta da spazio, senza virgola e senza “e”: [Cone 1982, 212 sgg];
  2. più pagine consecutive vanno separate da un trattino breve [Cone 1982, 129-130], mentre se sono saltuarie da una virgola [Cone 1982, 120, 181]. Se si citano più opere dello stesso autore, separarle con punto e virgola [Cone 1982; 1993];
  3. se gli autori sono due o più di due tutti i cognomi vanno separati con trattini brevi senza spazio, mentre se un autore ha due cognomi vanno inseriti uno dopo l’altro, senza trattino: [Eggebrecht-Dahlhaus 1986, 27] [Robbins Landon 1991, 27];
  4. se si fa riferimento a due o più testi di uno stesso autore pubblicati nello stesso anno aggiungere “a, b, ...” dopo l’indicazione dell’anno (senza spazio), sia nel testo che nella bibliografia finale: [Dahlhaus 1971a; 1971b];
  5. se si cita un saggio appena citato, e non seguito da altre citazioni di autori diversi, si può usare l’abbreviazione ;
  6. se si fa una citazione “di secondo grado”, traendo indirettamente l’informazione da un altro testo, si usa la formula “cit. in”: [Jørgensen 1995, 318, in Hallam 1997, 12];
  7. si noti che il nome dell’autore “separato” dall’anno in parentesi indica la persona dell’autore, mentre il nome inserito all’interno della parentesi indica la pubblicazione. Ad esempio: “come afferma Dahlhaus [1971, 12], si tratta di un’ipotesi accettabile”, oppure “si tratta di un’ipotesi accettabile [Dahlhaus 1971, 12]”. In ogni caso la frase deve avere senso anche senza la parentesi; dunque si devono evitare, perché improprie, forme del tipo: “come si afferma in [Dahlhaus 1971], l’ipotesi non è accettabile”.

 

Bibliografia finale

I riferimenti bibliografici completi e per esteso devono essere inseriti solo alla fine dell’articolo, in una apposita sezione denominata BIBLIOGRAFIA, e devono essere scritti in base alle seguenti indicazioni:

 

  1. autore: cognome per esteso e nome puntato, entrambi in maiuscoletto e senza virgola: Taruskin R. Se gli autori sono più di uno, separare i vari nomi con un trattino medio: Dowling J. – Harwood D. L.;
  2. anno di pubblicazione del testo (tra parentesi tonde seguite da virgola): Adorno W (1969);
  3. se il libro non ha un autore, ma un curatore (o più curatori) inserire prima dell’anno di pubblicazione la dizione “cur.” seguita da virgola (anche nel caso di più curatori): Azzaroni (cur., 1991);
  4. il titolo di un libro va scritto in corsivo; dopo il titolo andranno inseriti (separati dalla virgola) il nome dell’editore e il luogo della pubblicazione; al termine della citazione aggiungere un punto fermo: Straus N. (2001), Stravinsky’s Late Music, Cambridge University Press, Cambridge.;
  5. se la pubblicazione è in più volumi l’indicazione del volume va scritta dopo il titolo, separata da una virgola, in cifra romana (in maiuscoletto) preceduta da “vol”. (in tondo): Enciclopedia della Musica, III, Einaudi, Torino.
  6. se un volume ha anche un suo titolo specifico si può aggiungerlo tra parentesi in corsivo: Enciclopedia della Musica, III (Le musiche del mondo), Einaudi, Torino.
  7. se si vuole indicare di quanti volumi consista una determinata opera si aggiunge il dato tra parentesi alla fine: Enciclopedia della Musica, Einaudi, Torino (5 ).
  8. il nome di una città viene seguito dalla sigla dello Stato solo è necessario per evitare ambiguità: Langers K. (1942), Philosophy in a New Key: a Study in the Symbolism of Reason, Rite, and Art, Harvard University Press, Cambridge, MA.
  9. articolo pubblicato in rivista: il titolo dell’articolo va scritto in corsivo; al titolo seguirà il nome della rivista (in tondo e tra virgolette basse « »), seguito dalle seguenti informazioni (separate da virgola): annata della rivista e numero del fascicolo in cifre arabe separate da barra /; pagine dell’intero articolo: Cone T. (1982), Schubert’s Promissory Note: An Exercise in Musical Hermeneutics, «19th Century Music», 5/3, pp. 233- 241. Se la rivista non è numerata per annate e fascicoli ma per numero progressivo, inserire solo quest’ultimo.
  10. saggio pubblicato in un volume miscellaneo: occorre indicare l’autore, l’anno e il titolo dell’articolo secondo le modalità consuete, seguiti da “in” e dal nome del curatore del volume (nome abbreviato + cognome, entrambi in tondo, seguiti da “cur.” tra parentesi tonda). Nel caso in cui l’autore del saggio sia anche autore o curatore dell’intero volume il nome viene sostituito dall’abbreviazione “ID.” (in maiuscoletto maiuscolo). Seguiranno il titolo del volume, tutte le altre informazioni necessarie per un libro e il rinvio ai numeri di pagina (si noti che i numeri romani vanno sempre scritti in maiuscoletto): Lockwood (1988), I primi schizzi della Sinfonia Eroica, in Pestelli (cur.) Beethoven, Il Mulino, Bologna, pp. 163-184. Schenker H. (1926), Haydn: Die Schöpfung. Die Vorstellung des Chaos, in ID., Das Meisterwerk in der Musik, vol. II, Drei Masken, Münich, pp. IX-XV.
  11. se due o più articoli a cui si fa riferimento sono pubblicati in uno stesso volume miscellaneo, tale volume deve essere elencato nella bibliografia finale con i riferimenti completi, mentre i singoli articoli verranno presentati in forma abbreviata, con l’indicazione dei numeri di pagina: Lockwood L. (1988), I primi schizzi della Sinfonia Eroica, in Pestelli 1988, pp. 163- 184. Pestelli G. (cur. 1988), Beethoven, Il Mulino, Bologna. Ringer A. L. (1988), Beethoven e la scuola pianistica londinese, in G. Pestelli 1988, pp. 321-342.
  12. il nome di uno stesso autore di cui si elencano in bibliografia due o più testi va riscritto ogni Non usare formule come ID. o trattini;
  13. edizioni originali e traduzioni andranno eventualmente indicate alla fine tra parentesi tonde, seguite dai necessari riferimenti (ed. orig. Sonata Forms, Norton, New York 1980). (trad. it. Le forme-sonata, Feltrinelli, Milano 1986). (trad. ingl. di W. Drabkin in H. Schenker, The masterwork in music. A yearbook, vol. II, Cambridge University Press, Cambridge 1996).

 

Discografia, Sitografia

Tutte le indicazioni relative a incisioni discografiche o a siti internet vanno inserite dopo la Bibliografia, in rubriche separate.