George Enescu e le due sonate per violoncello e pianoforte dell’op. 26: analisi di un processo di evoluzione e trasfigurazione della Forma Sonata

Autori

  • Michele Russo

Abstract

Le due sonate per violoncello e pianoforte dell’op. 26 di George Enescu (Liveni 1881-Parigi 1955) ben sintetizzano la parabola evolutiva dello stile del più grande compositore rumeno. Nella prima Sonata in Fa minore (Sinaia, 4 novembre 1898), il canone della Forma Sonata è confermato entro gli stilemi tipici del tardoromanticismo, mentre nella seconda Sonata in Do Maggiore (Vienna, 30 novembre 1935) tale canone è trasformato in virtù di un percorso così originale che, da solo, costituisce una Scuola Nazionale e attinge al bagaglio folkloristico rumeno coniugandolo ad una nuova concezione della tonalità: da essa ci si allontana non per negarla, bensì per arricchirla.

Considerando il primo movimento di ciascuna opera, nel 1898 il materiale compositivo si struttura in due temi entro le tipiche sezioni di Esposizione, Sviluppo e Ripresa su un chiaro assetto tonale; inoltre la cellula a’ (fa-sol-lab), dalla forte carica propulsiva, è il fil rouge dell’intera sonata. Nel 1935, invece, sembra che tutti gli spigoli siano stati smussati poiché mancano un vero dualismo tematico, elementi ritmici e cadenzanti di rilievo, una Ripresa efficace così come pure incerta è la solidità dei piani tonali; ancora un motivo, la cellula alfa (mi-la-fa#), riesce a stagliarsi oltre il caos apparente del materiale sonoro.

Anche la concezione dell’accordo si evolve: nella prima sonata esso afferma la tonalità; nella seconda, invece, un graduale addensamento sonoro alterna momenti di saturazione ad altri di scarnificazione e minimalismo. Sarà quindi più opportuno parlare di aggregati per valorizzare le nuove salienze sonore: le note cosiddette “estranee” sono la chiave di volta di un’elaborazione motivica che, se non fosse sapientemente sorvegliata, sconfinerebbe nell’atonalità.

Grazie a Enescu, la Forma Sonata non è più solo teatro di un dualismo tematico da riconciliare, ma affronta una più complessa ricerca timbrico-sonora in linea con le esigenze di sperimentazione delle nuove tendenze musicali novecentesche.

Pubblicato

2018-12-31

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